Che cos’è l’aura?
Sono dei sintomi neurologici come disturbi della vista di vario tipo (visione di lampi, macchie luminose o scure, zig-zag o greche, “spettri di fortificazione”, deformazioni degli oggetti, visione offuscata, assenza di visione in una metà del campo visivo), meno frequentemente disturbi della sensibilità (formicolio, scarsa sensibilità ad un braccio e a metà del volto), disturbi della parola; molto più rari deficit di forza agli arti di un lato. Questi sintomi possono durare tra 10 e 60 minuti ed hanno un recupero completo. Segue una cefalea che può essere come l’emicrania oppure molto più lieve (tipo cefalea tensiva).
Cefalea di tipo tensivo (prevalente nelle donne):
dolore diffuso a tutto il capo, a casco o a cerchio, costrittivo/gravativo, intensità lieve-moderata (non impedisce le attività), in genere senza sintomi associati tranne modesta intolleranza a luce o rumori, durata molto variabile tra 30 minuti e più giorni. Può essere occasionale (meno di 1/mese), frequente (1-15 volte/ mese) e cronica (più di 15 giorni al mese).
Cefalea a grappolo (prevalente negli uomini):
attacchi particolarmente forti con accessi parossistici di dolore lancinante, di durata tra 15 e 180 minuti, a livello dell’occhio e della tempia, sempre dallo stesso lato. Si associano, tutti dal lato del dolore, alcuni sintomi: intensa lacrimazione, occhio arrossato, ostruzione e/o secrezione nasale, sudorazione facciale, pupilla più piccola e palpebra abbassata. Durante l’attacco il paziente è agitato ed irrequieto. Le crisi, nella forma episodica, si presentano giornalmente, spesso ad orari fissi, una o più volte nelle 24 ore, per periodi della durata di 3-6 settimane con cadenza annuale o biennale (grappoli). Alcuni pazienti hanno una forma cronica, senza lunghe fasi di remissione. È una forma più rara rispetto all’emicrania e alla cefalea tensiva.
Ci sono dei fattori scatenanti o favorenti?
La cefalea (in particolare l’emicrania), può essere scatenata da alcuni stimoli o situazioni: alimenti (alcool, cioccolata, salumi, insaccati, cibi conservati, glutammato, spezie, formaggi, altri che ogni paziente individua), odori forti o pungenti, periodo mestruale, fine settimana, variazioni dei ritmi di vita abituali (sonno, pasti), variazioni climatiche, esposizione al sole, altitudine, alcuni farmaci (nitroglicerina, estrogeni, “pillole dell’amore”), eventi stressanti, posture scorrette prolungate (in particolare per la cefalea tensiva). Individuarne alcuni e, ove possibile, evitarli, può essere già una “cura” per ridurre la frequenza delle crisi.
Che cos'è la cefalea da uso eccessivo di farmaci (MOH)?
La cefalea da uso eccessivo di farmaci (Medication Overuse Headache - MOH) è una forma disabilitante di cefalea cronica che deriva da una forma episodica (generalmente emicrania, cefalea tensiva o entrambe) come conseguenza dell’uso eccessivo di farmaci sintomatici, ad esempio analgesici, triptani, derivati ergotaminici, oppioidi, ecc. Quando si assumono troppi farmaci “al bisogno”, dopo un po’ di tempo non funzionano più per cui si aumentano le dosi, la cefalea diventa cronica, le terapie preventive diventano inefficaci, si possono verificare altre patologie (gastriti, disfunzioni del fegato e dei reni, aumento della pressione arteriosa, ecc.). La prima cura di questa forma è la disintossicazione dai farmaci, sotto controllo medico, per cercare di tornare ad una forma di cefalea episodica.